Separazione e divorzio

...guerra senza fine?...

La separazione e il divorzio sono momenti cruciali e di grande sofferenza. E quando ci sono dei figli i problemi psicologici richiedono una fortissima responsabilità psicologica.

Di solito, il momento della separazione o del divorzio segue un lungo periodo di profonda insoddisfazione e di sofferenza e se ne esce in qualche modo “segnati” e cambiati sempre.

Infatti, la dissoluzione di un legame non costituisce solo la fine di una storia d’amore importante, ma anche di tutto quello che questo rappresenta a livello psicologico: la fine di un progetto di vita in cui si era creduto e scommesso, dei sogni per il futuro, di una relazione che si sperava sarebbe durata per sempre.

Bisogna quindi affrontare una perdita affettiva importante che racchiude in sé tante altre perdite (economiche, pratiche, sociali, familiari) e in quanto tale è in grado di scuotere in modo profondo l’identità e l’autostima della persona che la vive.

La fine di una relazione è un processo doloroso sia che avvenga in maniera consensuale, sia che la decisione sia presa da uno dei due partner.

È doloroso per chi prende la decisione di "lasciare" che deve sopportare il peso della responsabilità della decisione e deve fare i conti con il dubbio di aver fatto la scelta giusta. Ma è ancora più doloroso per chi viene lasciato che vive, invece, una dolorosa esperienza di abbandono e di rifiuto che può intaccare in modo molto profondo l’autostima e la fiducia nell’amore e nel futuro.

Accettare la separazione dalla persona amata richiede tempo e un processo psicologico complesso per certi versi analogo a quello che avviene alla morte di una persona cara.

In questi casi può essere di grande aiuto il supporto psicologico di un "tecnico" estraneo alla coppia e capace di dare quel supporto che parenti ed amici sono impossibilitati a dare perché inevitabilmente coinvolti.

Il terapeuta permetterà sì di esprimere la propria rabbia ed il proprio rancore, ma in modo costruttivo (non autodistruttivo) nell'intento di riconciliare la persona con sé e con il mondo esterno. Porterà la persona a fare il punto obiettivo e reale della situazione, a farsene carico (specie se ci sono figli), in modo da fare buon uso della separazione e a trasformare il tempo in una occasione di maturazione e di consapevolezza personali.

 

"...La mia ex-moglie dice che vuole bene a Billy, e io credo di sì.

Ma non credo che questo sia il punto qui.

Se ho ben capito, quello che più conta qui è solo il bene di nostro figlio, ciò che è meglio per lui. Mia moglie non faceva che dirmi: "Perché una donna non può avere le stesse ambizioni di un uomo?".

Forse hai ragione. Forse sono riuscito a capire.

Ma per lo stesso principio, vorrei sapere chi ha detto che una donna è un genitore migliore in virtù del suo sesso.

Ho avuto tempo di pensarci. Ha a che fare con la costanza, con la pazienze, con l'ascoltarlo, o col fingere di ascoltarlo, se ti manca anche la forza di ascoltarlo. Ha a che fare con l'amore, come diceva lei... e io non so dov'è scritto il fatto che una donna ha... l'esclusiva, il monopolio, e che l'uomo difetta di certi sentimenti che ha la donna.

Il bambino ha una casa con me. L'ho fatta meglio che potevo, non è perfetta, io non sono un genitore perfetto, e qualche volta non ho pazienza e... e mi dimentico che lui è un ragazzino... ma sono lì. Io mi alzo la mattina, facciamo colazione, lo accompagno a scuola, torno a casa la sera, mangiamo, parliamo, gli leggo... abbiamo costruito una vita insieme. E ci vogliamo bene.

Se tutto ciò verrà distrutto, potrebbe essere irreparabile. Joanna, non glielo fare... non farglielo per la seconda volta..."

[Ted Kramer, dal film Kramer contro Kramer, R. Benton, 1979]

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